Neuroradiologia

Indice

Picture of Prof.ssa Anna Pichiecchio

Prof.ssa Anna Pichiecchio

Direttore del dipartimento di Neuroradiologia Fondazione IRCCS Mondino di Pavia. Professore Ordinario in Neuroradiologia, Università di Pavia.

I miei articoli

Neuroradiologia

1 – Cos’è la Neuroradiologia?

La Neuroradiologia è una branca della Radiologia che si occupa della diagnosi e del trattamento delle patologie del sistema nervoso centrale e periferico. Questa disciplina è focalizzata sull’uso di diverse modalità diagnostiche e/o interventistiche per studiare/trattare diverse patologie riguardanti il sistema nervoso centrale (encefalo e midollo), il sistema nervoso periferico (nervi) e le strutture osteo-muscolari associate (cranio, colonna vertebrale).

2 – Tecniche diagnostiche

Il neuroradiologo ha a disposizione diverse tecniche di imaging, alternative o complementari, che permettono un corretto inquadramento della patologia per conferma diagnostica e organizzazione del trattamento, anche in stretta collaborazione con altre figure professionali (neurologi, neurochirurghi, elettrofisiologi, psichiatri, neuropsichiatri e altri specialisti). 

Le principali tecniche di imaging utilizzate nella neuroradiologia diagnostica includono:

  1. Radiografia (RX): indagine che sfrutta radiazioni ionizzanti (raggi X) su un unico piano di studio (2D). Nonostante l’avvento di nuove tecnologie come la Tomografia Computerizzata (TC) e la Risonanza magnetica (RM,) la radiografia conserva la propria utilità per la diagnosi di I livello o in regime di urgenza di diverse patologie che interessano le strutture ossee (teca cranica e colonna vertebrale).
  2. Tomografia computerizzata (TC): è una tecnica di imaging che utilizza radiazioni ionizzanti su più piani di acquisizione e successiva ricostruzione dei dati con possibilità di ricavare immagini in 3D. In passato, denominata TAC, Tomografia Assiale Computerizzata, ad oggi in campo neuroradiologico, risulta l’indagine di prima scelta in regime d’urgenza e come I livello in elezione per l’inquadramento diagnostico di svariate patologie.
  3. Risonanza magnetica (RM): sfrutta l’eccitazione dei nuclei di idrogeno dell’acqua, principale costituente del nostro organismo, e il loro segnale elettro-magnetico quando sottoposti ad un campo magnetico. È la tecnica di imaging più comunemente utilizzata in neuroradiologia come I o II livello, per via della sua alta definizione spaziale, le sue proprietà multiparametriche e la sua maggior risoluzione di contrasto dei vari tessuti.
  4. Angiografia: tecnica di studio neuroradiologico che sfrutta radiazioni ionizzanti (raggi X) eseguite in maniera sequenziale e dopo infusione di mezzo di contrasto iodato tramite cateterismo vascolare, per la corretta visualizzazione di strutture vascolari (arteriose e/o venose) a scopo diagnostico e/o terapeutico.
  5. Ecografia: è una tecnica di studio che sfrutta gli ultrasuoni, onde meccaniche, in passato poco diffusa per via della profondità delle strutture analizzate in campo neuroradiologico, che non permetteva una corretta visualizzazione delle stesse.
    Lo sviluppo di nuove tecnologie ha permesso di ampliare il campo di studio della neurosonologia clinica; ad oggi, in grado di performare studi eco-color-doppler dei vasi epi-aortici e intracranici sempre più accurati e, grazie alle sonde ad una più alta frequenza, lo studio dei nervi periferici.

Neuroradiologia interventistica

I neuroradiologi interventisti possono compiere interventi minimamente invasivi, come l’embolizzazione dei vasi sanguigni per il trattamento di malformazioni arterovenose o l’angioplastica per il trattamento dell’ictus ischemico.

  1. Angiografia cerebrale digitale (DSA): Il DSA è una procedura diagnostica invasiva in cui viene inserito un piccolo tubo (catetere) in un’arteria periferica, e poi guidato attraverso la fluoroscopia fino all’area di interesse dove viene iniettato un mezzo di contrasto. Viene utilizzata per valutare malformazioni arterovenose, aneurismi o ostruzioni vascolari.
  2. Embolizzazione: Questa procedura viene utilizzata per trattare malformazioni arterovenose (MAV), aneurismi cerebrali e altri vasi sanguigni anomali. Come per l’angiografia, un catetere viene guidato fino all’area bersaglio per poi rilasciare un materiale (come le spirali o il liquido embolizzante) per bloccare il flusso di sangue all’interno del vaso anormale e prevenire il rischio di sanguinamento o ridurre la dimensione di un aneurisma.
  3. Trombectomia meccanica: Questa procedura viene eseguita per rimuovere un coagulo di sangue (trombo) che causa un ictus ischemico. Utilizzando un catetere speciale il neuroradiologo interventista raggiunge il sito del coagulo nel cervello e lo rimuove o lo dissolve meccanicamente per ripristinare il flusso sanguigno normale.
  4. Angioplastica e stent: Questa procedura viene utilizzata per trattare restringimenti (stenosi) dei vasi sanguigni nel cervello. Un catetere viene inserito attraverso l’arteria e un palloncino viene gonfiato per allargare l’arteria restringente (angioplastica). In alcuni casi, viene inserito anche uno stent per mantenere l’arteria aperta e ripristinare il flusso sanguigno normale.
it_ITItalian
Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email