Cos’è?
L’infiltrazione dell’anca con acido ialuronico, detta anche viscosupplementazione, è una procedura che può essere utilizzata per trattare l’artrosi dell’anca, una condizione in cui la cartilagine dell’anca si deteriora, causando dolore e rigidità.
Durante la procedura l’acido ialuronico viene iniettato direttamente nell’articolazione con un ago sottile. Per raggiungere l’articolazione è possibile utilizzare reperi anatomici, ma è sempre più diffuso l’utilizzo di tecniche radiologiche che guidano l’ago fino al raggiungimento del sito desiderato.
Infatti, sebbene sia una procedura poco invasiva, non è scevra da rischi essendo l’articolazione dell’anca posta in profondità rispetto al piano della pelle, e la regione un punto di passaggio di importanti arterie, vene e nervi.
Come funziona l’acido ialuronico?
L’acido ialuronico forma un gel viscoso che aiuta a ridurre l’infiammazione e migliora la lubrificazione dell’articolazione e ad alleviare il dolore.
L’acido ialuronico può anche aiutare a proteggere la cartilagine esistente e stimolare la produzione di nuova cartilagine. Inoltre, l’acido ialuronico può migliorare la mobilità articolare, riducendo lo stress sull’articolazione.
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Come avviene la procedura?
- Preparazione: Prima dell’infiltrazione, verrai posizionato sdraiato sulla schiena su un lettino. L’area dell’anca sarà pulita accuratamente con una soluzione antisettica per ridurre il rischio di infezione.
- Posizionamento dell’ago: Una volta che l’area è stata disinfettata, il medico guiderà un ago sottile attraverso la pelle fino all’articolazione dell’anca, visualizzandolo in tempo reale con l’ecografia per garantire un posizionamento accurato dell’ago.
- Aspirazione o iniezione: A seconda della presenza o meno di un versamento articolare, il medico può prima rimuovere il liquido in eccesso ed iniettare il farmaco.
- Monitoraggio e post-procedura: Dopo l’infiltrazione, il medico rimuoverà l’ago e applicherà una leggera pressione e un cerotto, da non rimuovere per almeno 24 ore. Potrebbe essere richiesto un breve periodo di osservazione e un relativo riposo durante il restante arco della giornata, mentre è possibile tornare alle proprie normali attività dal giorno successivo.
Quanto dura?
La procedura è rapida e richiede pochi minuti considerando la preparazione del paziente e del materiale.
Fa male?
L’infiltrazione non è particolarmente dolorosa, avviene con un ago sottile come nel caso di una comune iniezione intramuscolare. La distensione della capsula articolare può tuttavia comportare fastidio o dolore nelle ore successive alla procedura, che può essere controllato con ghiaccio locale o antinfiammatori. Il farmaco inizia a fare effetto nei giorni successivi alla procedura e l’effetto può durare diverse settimane o mesi.
Come mi devo preparare?
Il digiuno non è necessario, anzi può essere appropriato non presentarsi a stomaco vuoto.
Nel caso di soggetti che assumono anticoagulanti, e nel caso di allergie note, è necessario contattare la struttura di riferimento per conoscere i protocolli aziendali di preparazione.
Scopri altre informazioni generali sulle infiltrazioni.
Quali sono le indicazioni?
L’artrosi dell’anca è il principale target di questo trattamento. L’obiettivo primario è di ridurre il dolore e migliorare la mobilità. Viene spesso raccomandata in quei pazienti in cui non hanno funzionato i trattamenti conservativi. Può anche essere indicata in casi di traumi particolari che abbiano comportato una lesione del cercine fibrocartilagineo o difetti della cartilagine.
Qual’è l’efficacia di questo trattamento?
In breve, questa procedura non è adatta a tutti i pazienti con artrosi dell’anca ma l’efficacia del trattamento sembra fortemente correlata a dei fattori predittivi come l’età e lo stadio dell’artrosi (lieve-moderata), il peso, il livello di attività fisica e la presenza o meno di versamento articolare. Pertanto è essenziale una corretta selezione del paziente che potrebbe trarre beneficio da questa procedura. L’indicazione viene generalmente posta dallo specialista ortopedico quando altre terapie conservative hanno fallito, prima di proporre un intervento chirurgico di sostituzione protesica.
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