Cos’è
L’ecografia dei nervi periferici consente di visualizzare direttamente un danno nervoso attraverso l’uso degli ultrasuoni.
Negli ultimi anni l’utilizzo dell’ecografia per lo studio del nervi è cresciuto significativamente grazie al miglioramento tecnologico e di risoluzione. I nervi infatti sono sempre stati una sfida nel campo dell’imaging, essendo strutture molto piccole, con una complessa architettura interna ed una estensione che arriva fino a oltre il metro di lunghezza.
I più moderni ecografi attualmente consentono di esplorare i nervi per lunghi tratti con un elevata risoluzione, tale da visualizzare la loro microarchitettura interna.
Quando viene richiesta?
L’esame standard per lo studio dei nervi è l’elettrofisiologia (elettromiografia e studio della conduzione nervosa), considerato uno studio funzionale, cioè in grado di valutare la capacità dei nervi di trasmettere i segnali elettrici.
Una volta individuato il malfunzionamento, l’ecografia può essere utile per perfezionare la diagnosi. Essa infatti può aiutare ad identificare il punto preciso del danno, valutarne la gravità e visualizzare la causa di compressione come corpi estranei, neuromi o cicatrici.
Di seguito vengono elencate alcune indicazioni comuni di ecografia dei nervi periferici:
- Sindromi compressive (es. Tunnel carpale, tunnel cubitale e altre)
- Danno post-traumatico
- Ricerca di anomalie anatomiche come speroni ossei, ematomi o cicatrici lungo il decorso del nervo.
- Studio di tumori come neurinomi
- Danno post-chirurgico
- Malattie infiammatorie (es. Guillain Barré, CIDP)
- Malattie genetiche (es. Charcot Marie Tooth)
- Neuropatie acquisite (es. neuropatia diabetica, amiloidosi).
È doloroso?
L’ecografia è un esame innocuo che consiste nell’appoggiare e scorrere uno strumento (sonda) sulla pelle, con del gel.
L’ecografia non utilizza radiazioni ionizzanti, pertanto non è pericoloso per la salute. Maggiori informazioni su come funziona l’ecografia si possono trovare qui.
Quanto dura?
La durata dell’esame è variabile e dipende dal quesito. Se è richiesto di esplorare un singolo nervo per un tratto preciso (per esempio in una sindrome compressiva), generalmente richiede pochi minuti. Se devono essere studiati molti nervi per lunghi tratti e le loro ramificazioni (come nelle malattie sistemiche), l’esame può durare anche dai 30 ai 60 minuti.
Com’è fatto un nervo e cosa si vede in ecografia?
Un nervo può essere immaginato come un cavo della corrente elettrica, con un’anima che trasmette gli impulsi elettrici, e una guaina che la separa dai tessuti circostanti. In realtà in un singolo nervo ci sono migliaia di filamenti che vengono chiamati assoni (sono prolungamenti di cellule nervose) mentre le guaine che li circondano, vengono chiamati endoneurio, perineurio e epineurio. Questi tessuti connettivali garantiscono l’apporto di ossigeno e sostanze nutritive, oltre che di protezione e sostegno. Gli assoni sono immersi nell’endoneurio, organizzati in fascicoli delimitati dal perineurio, a loro volta dispersi nell’epineurio.
Gli ecografi moderni garantiscono una risoluzione di 500um e consentono di visualizzare i singoli fascicoli e l’epineurio. È possibile capire quindi se le strutture di sostegno sono integre, e quindi il danno nervoso può andare incontro ad una guarigione spontanea, oppure se sono lacerate e richiedere un intervento chirurgico. A volte una lacerazione porta alla formazione di un neuroma in continuità, un nodulo di tessuto misto che rappresenta il tentativo del nervo di ripararsi.
Se un nervo è compresso e non conduce bene, avrà un aspetto appiattito coi fascicoli scarsamente distinguibili tra loro. È possibile inoltre valutare se il nervo scorre correttamente durante i movimenti, o se è in qualche modo intrappolato. A volte è invece la sua eccessiva mobilità a dare problemi, per esempio nelle sindromi da sublussazione, quando il nervo ulnare si sposta scattando dalla sua posizione normale durante la flessione del gomito.