Che cos’è?
L’ecografia con mezzo di contrasto (Contrast Enhanced UltraSonography, CEUS) si avvale della somministrazione per via endovenosa di un fluido contrastografico costituto da microbolle in sospensione al fine di aumentare il potere diagnostico dell’ecografia tradizionale (basale).
Ci sono dei rischi o delle controindicazioni?
L’ecografia con mezzo di contrasto è un esame sicuro e ripetibile, che non utilizza radiazioni. I mezzi di contrasto a microbolle, a differenza di quelli per tomografia computerizzata e risonanza manetica, non sono associati ad un rischio di reazioni avverse.
Come funziona?
I mezzi di contrasto ecografici sono costituti da microbolle di pochi micrometri contenenti aria o altri gas stabilizzati all’interno di una capsula periferica, detta “guscio”, costituito da una sostanza biodegradabile, generalmente lipidi. Le microbolle si disperdono nei capillari sanguigni e vanno progressivamente incontro a rottura e gli elementi di cui sono costituite vengono riassorbiti senza danni per l’organismo.
Quando le microbolle vengono iniettate nel sistema vascolare, migliorano la riflessione delle onde ultrasonore, con conseguente amplificazione dei segnali dal flusso sanguigno, fornendo informazioni sulla microvascolarizzazione e sulla perfusione dei tessuti insonati.
Il principio generale della CEUS è dunque comune agli altri mezzi di contrasto radiologici e consiste nell’aumentare la capacità di distinguere tra diversi tipi di tessuti e strutture anatomiche sulla base delle differenze di perfusione da parte del circolo sanguigno. Semplificando, tessuti altamente vascolarizzati o con un apporto sanguigno prevalentemente arterioso avrannò un maggiore enhancement contrastografico, al contrario di tessuti poco vascolarizzazioni o con un apporto principalmente venoso.
Che informazioni offre?
L’ecografia con mezzo di contrasto unisce i vantaggi delle metodiche contrastografiche a quelli dell’ecografia in “bianco e nero”. In primo luogo, la somministrazione di microbolle permette di migliorare la performance diagnostica rispetto all’ecografia tradizionale (basale).
Secondariamente, a differenza delle macchine pesanti (tomografia computerizzata e risonanza magnetica), che acquisicono l’immagine in momenti predefiniti dell’indagine, mediante l’ecografia è possibile studiare in modo continuativo la diffusione del mezzo di contrasto all’interno della zona bersaglio (fatta eccezione per alcune pause tecniche). Inoltre, non vi sono tipicamente le controindicazioni della TC e RM, pertanto l’indagine è sicura e ripetibile in tutti i pazienti.
I limiti di questa tecnica sono gli stessi dell’ecografia basale: obesità, meteorismo, difficile visualizzazione delle lesione o dell’area bersaglio, e scarsa visione panoramica. Quest’ultimo punto la rende una inadatta a scopi di stadiazione o laddove si necessiti di una visione tridimensionale di un dato distretto anatomico.
Quali sono le indicazioni più comuni?
L’indicazione più frequente è la ricerca e caratterizzazione delle lesioni focali del fegato. La CEUS svolge un ruolo importante nei protocolli di sorveglianza dei pazienti cirrotici a rischio di sviluppare il carcinoma epatocellulare.
La CEUS è stata impiegata con successo anche per lo studio di lesioni focali in altri organi, tra cui rene, milza e pancreas, con risultati significativi, tuttavia, queste indicazioni non rientrano ancora tra quelle ufficialmente previste dall’autorità di vigilanza italiana per l’utilizzo del mezzo di contrasto a microbolle, il cui impiego è pertanto da valutare caso per caso.
In ambito di emergenza-urgenza lo studio con microbolle può essere condotto per visualizzare difetti di perfusione (infarto) o valutare gli esiti di procedure interventistiche, per esempio embolizzazione.
La CEUS è un esame problem-solving adatto allo studio di piccole lesioni focali nel caso in cui le altre metodiche siano controindicate o come indagine complementare in casi dubbi.
Come ci si prepara?
Non è necessaria alcuna preparazione specifica.