Densitometria Ossea (MOC)

Indice

Cos’è la MOC

La densitometria ossea o Mineralometria Ossea Computerizzata (abbreviato in MOC) è una moderna tecnica di imaging radiologico, il cui scopo è quello di valutare lo stato di mineralizzazione delle ossa. Esistono diverse tipologie di mineralometria ossea computerizzata:

  • MOC SPA (MOC a singolo raggio fotonico)
  • MOC DPA (MOC a doppio raggio fotonico)
  • MOC QTC (tomografia quantitativa computerizzata)
  • MOC QUS (ultrasonografia quantitativa)
  • MOC DXA (densitometria ossea con tecnica di assorbimento a raggi X)

Le prime due tecniche, a singolo e a doppio raggio fotonico, utilizzano una tecnologia oramai passata. La QTC prevede l’utilizzo di una dose elevata di radiazioni mentre la QUS viene utilizzata raramente per determinati distretti corporei con una sensibilità e specificità bassa.

Attualmente il metodo più utilizzato per eseguire la MOC prevede l’uso di un apparecchio a raggi-X (MOC DXA o, in passato, DEXA) che riesce a combinare un’ottima adeguatezza diagnostica con una bassisima dose di radiazioni.

Come funziona?

La Mineralometria Ossea Computerizzata con tecnica Dual-energy X-ray Absorptiometry prevede l’utilizzo di una macchina capace di emettere due fasci di raggi X con differenti livelli di energia, che vengono inviati sul tessuto osseo del paziente. Una volta sottratto l’assorbimento del tessuto molle, è possibile determinare l’assorbimento del fascio da parte dell’osso e quindi la densità minerale ossea. Tale assorbimento, per il principio dell’assorbimetria fotonica, è infatti proporzionale alla densità dei tessuti ossei.

Quali sono le principali indicazioni?

La MOC è l’indagine principale per lo studio dell’osteoporosi.

Inoltre, esistono altre indicazioni cliniche molto diverse fra loro per cui è indicata l’esecuzione di una MOC come ad esempio:

  • Condizioni determinanti una carenza estrogenica come menopausa precoce, amenorrea secondaria o ipogonadismo primari;
  • Famigliarità per fratture del femore, fratture di Colles oppure fratture vertebrali prima del raggiungimento dei 75 anni;
  • Riduzione della Vitamina D
  • Basso peso corporeo;
  • Uso cronico di cortisonici sistemici,
  • Forti fumatori;
  • Patologie paratiroidee come l’iperparatiroidismo primitivo;
  • Pazienti oncologici;
  • Riscontro, con altri esami radiologici di cedimenti vertebrali, fratture in assenza di trauma o altri segni radiologici suggestivi per osteoporosi.

Come si interpretano i risultati?

La MOC permette di diagnosticare un’eventuale demineralizzazione della struttura ossea e per meglio definire questo quadro si utilizzano due indici statistici, il T-Score e il Z-Score.

Tali indici statistici permettono il confronto della densità minerale ossea del paziente con valori medi di una popolazione di riferimento sana. Generalmente lo Z-score viene usato in soggetti da 0 a 30 anni mentre il T-score viene utilizzato in soggetti di età superiore ai 30 anni.

Secondo le indicazioni fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per valori di Z-Score e T-Score:

  • Valori inferiori a -1: Normalià;
  • Tra -1 e -1,5: Osteopenia lieve;
  • Tra -1,6 e -2,5: Osteopenia;
  • Valori maggiori di -2,5: Osteoporosi;
  • Valori maggiori di -2,5 in presenza di eventi fratturativi in assenza di trauma o in presenza di lievi traumi: Osteoporosi severa.

Quali sono le altre applicazioni?

Oltre a studiare la densità di mineralizzazione ossea, la Dual Energy X-Ray Absorbition (DXA) ci permette di valutare altre caratteristiche e proprietà dell’osso ma anche diversi distretti extra-ossei.

Abbiamo detto in precedenza come la MOC – DXA sia l’esame principale per lo studio dell’osteoporosi che questa viene definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come “una malattia scheletrica sistemica caratterizzata da una riduzione della densità minerale ossea e da alterazioni architetturali dell’osso, che portano a un aumentato rischio di fratture”. Questo aumentato rischio fratturativo è dovuto quindi sia ad una riduzione della densità minerale ossea che ad alterazioni architetturali. Queste ultime possono essere sempre studiate con la DXA, in un unico esame. 

  • Trabecular Bone Score o TBS: indice densitometrico della trabecolatura ossea che fornisce informazioni sia sull’omogeneità della struttura ossea sia sulla distribuzione spaziale della struttura ossea.
  • Bone Strain Index o BSI: indice di deformazione ossea, cioè il grado di resistenza di una struttura ossea sottoposta ad un carico.
  • Hip Strength Analysis o HSA: indice di geometria dell’osso che fornisce informazioni circa la struttura tridimensionale dell’osso Inoltre, guardando altri segmenti scheletrici, con la DXA possiamo valutare:
  • Densitometria di anca con protesi: esame per la valutazione delle aree periprotesiche, permettendoci di evidenziare precocemente eventuali cedimenti dell’osso adiacente alla protesi.
  • Morfometria Vertebrale: permette di visualizzare colonna e vertebre ed evidenziare deformità e rischio fratture. Infine, discostandoci dall’apparato scheletrico, possiamo studiare
  • Composizione corporea totale: misurazione precisa di massa grassa, massa magra, e massa totale. Questo esame consente di avere una maggiore consapevolezza circa la propria composizione corporea ed è proprio per questo che sempre più sportivi ricorrono ad esso per adattare al meglio piani alimentari e programmi di allenamento.

Come mi devo preparare?

Il giorno dell’esame non è necessario apportare modifiche alla normale alimentazione. Inoltre, non si dovrebbero assumere integratori di calcio per almeno 24 ore prima dell’esame.

Si consiglia di indossare abiti larghi e comodi, evitando indumenti con cerniere, cinture o bottoni di metallo.In rari casi, potrebbe essere necessario rimuovere alcuni indumenti e/o indossare un camice per l’esame.

Prima di eseguire l’esame è necessario rimuovere gioielli, apparecchi dentali rimovibili, occhiali, chiavi, portafogli e qualsiasi oggetto metallico o abbigliamento che potrebbe interferire con le immagini radiografiche.

E’ un esame sicuro?

La MOC è un esame indolore, rapido e non invasivo.

L’esposizione ai raggi X, seppur molto bassa, rimane comunque controindicato durante la gravidanza.

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